Artribune - Aporìa (in Italian)


L’atrio e la scala principale dell’Istituto Italiano Di Cultura sono stati il teatro, nei giorni scorsi, di un’opera site specific di legno, ceramica e fili. La scala, il giorno 6 dicembre è stata anche il punto di partenza di Andando Restando una performance di danza e musica. L' Istituto, in collaborazione col Consolato Generale d’Italia di New York, ha presentato l’evento in occasione della XVII Giornata del Contemporaneo, sotto il titolo “Aporia” con la curatela di Valeria Orani

Le suggestioni di Antonio Marras , stilista e artista sardo di fama internazionale di cui abbiamo parlato più volte, sono molte e disparate e lo spettatore si può sentire coinvolto e colpito a vari livelli, a seconda della sua esperienza e dei suoi punti di riferimento. Tutto questo conflagra e armoniosamente converge in un insieme di richiami diversi e contrastanti che per nulla spaventano l’autore Marras che anzi ha fatto proprio del paradosso, l’aporia, l’ossimoro i punti chiave della sua poetica.

Il direttore dell’Istituto Fabio Finotti, che quei gradini li sale ogni giorno, ha sentito percorrendo quel passaggio un suono, e presentando il lavoro ne ha sottolineato la melodia: “C’è una musica nascosta nei tessuti e forse in ogni cosa creata dalla mano umana... Dobbiamo ascoltarle, non solo guardarle. I fili, i colori, i materiali si intrecciano in modo visibile per richiamarci ai movimenti, ai sussulti, alle variazioni, alle improvvise svolte di un discorso sonoro. La performance è dunque insita nell’istallazione, che è in se stessa esecuzione”.

E la musica ha guidato su per i gradini ai primo piano gli spettatori arrivati la sera di lunedì 6 “su per le antiche scale” con il canto vero e proprio dell’attore e cantante contraltista Maurizio Aloisio Rippa. Rippa, sulle note della dolente canzone “Lacrime napulitane” quella sera ogni 30 minuti ha condotto il pubblico e i due danzatori Gabriel Da Costa e Francesco Napoli nella sala principale dell’istituto. La coreografia della performance per due corpi e voce sola Andando Restando è di Marco Angelilli.

Foto e testo di Francesca Magnani

SU PER LE ANTICHE SCALE

6 dicembre 2021 – 31 gennaio 2022

686 Park Ave, New York, NY 10065, Stati Uniti

Tiscali Cultura - La spettacolare performance di Antonio Marras a New York: lo stilista di Alghero conquista gli USA (in Italian)

La spettacolare performance di Antonio Marras a New York: lo stilista di Alghero conquista gli USA

picture by F. Magnani ©

di Francesca Mulas

La speranza di una vita migliore, il desiderio di conoscere e incontrare nuove realtà, l'ambizione; dal lato opposto, l'attaccamento alle radici, l'incertezza, la paura di allontanarsi da quanto già si conosce: si muove sui contrasti l'ultima performance che Antonio Marras, creativo e stilista di Alghero, ha presentato pochi giorni fa all'Istituto italiano di Cultura a New York per la XVII Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI (Associazione Musei d'Arte Contemporanea Italiani). 

La performance è andata in scena il 6 dicembre scorso come evento inaugurale dell'installazione "Aporìa" a cura di Valeria Orani, realizzata sulla scalinata dell'Istituto con fili, legni e tessuti che "legano" tra loro gli spazi, e che sarà visitabile ancora nelle prossime settimane da lunedì a venerdì dalle 10 alle 20.

"Aporìa" era per i greci antichi l'impossibilità di dare una risposta precisa a un problema, nell'incapacità di scegliere tra due soluzioni che sembrano valide entrambe. Le due alternative nell'esistenza umana sono restare e andare: scegliere tra una vita sicura e stabile, o provare a muoversi e conoscere altre culture. Il tema del viaggio è particolarmente caro ad Antonio Marras che pur mantenendo le sue radici, la casa e il laboratorio ad Alghero si muove oggi in tutto il mondo alla continua ricerca di ponti e legami creativi. Viaggiatori e viaggiatrici sono gli ispiratori dei suoi abiti, dove forte è la traccia della Sardegna nella scelta di colori e tessuti ma tantissime sono le suggestioni provenenti da paesi e tempi lontani; particolarmente sentito anche il sentimento verso la Sardegna che, come ogni isola, da un lato si mostra accogliente e sicura come un nido, dall'altro può essere anche prigione con sbarre troppo strette che impediscono di guardare oltre. 

Sul viaggio, e in particolare sul nostro passato (e presente) di emigrazione si concentra la performance dal titolo "Andando restando" con cui Marras ha inaugurato l'installazione: lo spettacolo, realizzato con la coreografia di Marco Angelilli, è stato prodotto da 369gradi e accompagnato dalla voce del contralto Maurizio Rippa. In scena, Gabriel Da Costa e Francesco Napoli che hanno interpretato due emigrati, vestiti di pochi stracci e carichi di valigie pesanti, che percorrono la scalinata in preda all'oppressione e all'insicurezza mentre trascinano con sé funi e catene. I due rappresentano il viaggio, ma anche la paura dell'arrivo, le difficoltà incontrate nel paese che li accoglie, il miraggio di una vita che si rivela ben diversa da quella tanto desiderata. 

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Talkcity - “Aporia”, con Valeria Orani e Antonio Marras la cultura italiana a New York (in Italian)

https://talkcity.it/aporia-con-valeria-orani-e-antonio-marras-la-cultura-italiana-a-new-york/

(ph. F. Magnani©)

“APORIA” è stato presentato dall’ Istituto Italiano Di Cultura di New York, in collaborazione col Consolato Generale d’Italia di New York il 6 dicembre 2021. 

L’evento, curato da Valeria Orani, e realizzato dall’artista Antonio Marras, rientra nella XVII Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI (Associazione Musei d’Arte Contemporanea Italiani), con il patrocinio del Ministero della Cultura – Direzione Generale Creatività Contemporanea e della collaborazione del MAECI – Direzione Generale per la promozione del sistema Paese.

L’evento ha inaugurato un’installazione site-specific dal titolo “Su per le antiche scale” realizzata da Antonio Marras sulla scalinata dell’Istituto Italiano di Cultura a New York con una performance dal titolo “Andando Restando” coreografia di Marco Angelilli, su disegni dello stesso Marras con Gabriel Da Costa e Francesco Napoli e accompagnamento del contralto Maurizio Rippa  produzione 369gradi – AMINA>ANIMA (Soul) Project – Regione Autonoma Sardegna. 

La performance

La performance ripercorre le tematiche già presenti nell’installazione dando vita al sentimento e alla forza delle azioni. Un percorso che è anche l’impossibilità di dare risposte precise ad un problema che si trova di fronte a due soluzioni, che per quanto opposte sembrano entrambe valide: radici e irrequietezza, attaccamento e necessità di allontanarsi. Sardo, Italiano, Europeo, Africano, Latino, Asiatico e cittadino del Mondo. Luce e ombra. Ordine e disordine. Corpo e spirito.

È “Lacrime napulitane “la prima canzone che accompagna il faticoso viaggio dei due emigranti. Sono coperti da pesanti giacche di pelle che vestono ma non riscaldano, sono carichi di valigie legate con stoffa bianca strappata e annodata ma sono vuote. I legacci sono lenzuola, sono teli da cucina, sono parte del corredo di casa, materiale semplice ma prezioso. Unica dote di povere donne. E vanno gli uomini, attraverso l’Oceano, tra vicissitudine e prove di coraggio e di tenacia.

Trascinano funi ancorate a terra, tentano di strappare quelle radici che tanto male fanno e tanto forti sono. Si attorcigliano, si legano, si intrecciano, si rincorrono, si fanno spazio tra i grovigli della vita, del fato. Ma sono destinati a soffrire, “meschini, costretti a vivere in terre straniere”. 

Si spogliano arrivati a Ellis Island mentre si sente in sottofondo “New York New York” in versione interrotta e frastagliata.  Mettono tutti i loro averi su un pianoforte che continua ad emettere non più musica ma suoni come se sentisse il dolore e lo strazio dei newcomers, straniti e confusi. Si spogliano per rinascere, per diventare altro.

L’ultimo atto è “L’addio”. Addio da dove? Per dove? 

Il sogno di andare restando.

La performance è visibile al link https://www.youtube.com/watch?v=ljbeUXndneY

L’opera installata sarà visibile è visitabile a New York Istituto Italiano di Cultura in New York – 686 Park Avenue, New York, dal lunedì al venerdì ore 10:00 – 16:00

L'Unione Sarda - Silence, Antonio Marras speaks

For "I Dialoghi" of the Archaeological Museum of Cagliari the brilliant stylist was the special guest in the Basilica of San Saturnino

Antonio Marras (arch. Unione Sarda)

From New York, fresh from the global success of Aporia, performance installation organized by the Italian Cultural Institute of the Big Apple with Valeria Orani and dedicated to contemporary art, in Cagliari for the "Dialogues of archeology, architecture, art and landscape" in short take a few days to then touch other destinations near and far. It is the life of Antonio Marras who loves to cultivate fertile realities around the globe by sowing his seeds of creativity and giving life to dreams, images, poetry and a lot of genius.

Last night he was the protagonist of an exciting meeting in the Basilica of San Saturnino, guest of the review organized by the National Archaeological Museum of Cagliari with the patronage of the Municipality of Cagliari.

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La Voce di New York - Antonio Marras con la sua tela all’Istituto Italiano di Cultura di New York (in Italian)

Immaginate un grande stilista che impiega dei giorni per istallare una sua opera d’arte: ma quei fili serviranno per creare tessuto o per intonare delle musiche?

di Michele Valle Perini

(ph. F. Magnani©)

04 Dic 2021

Le dee tessono. Le Parche, per esempio, che filano i destini degli uomini con le loro mani e il loro canto. E le Grazie del Foscolo tessono un tessuto magico, dove i personaggi si muovono addirittura come se fossero vivi.

Anche le regine tessono. Penelope, per dirne una, che domina la sua corte e la sua vita con la tela infinita alla quale si dedica notte e giorno.

Ecco, un miracolo di questo tipo lo sta facendo Antonio Marras a New York. Vi immaginate un grande stilista che perde giorni non per i suoi clienti vip o per incontri business, ma per istallare una sua opera d’arte sui muri dell’Istituto di Cultura? Togliendo fioriere, spostando arredi, bucando i muri senza ritegno, invadendo via via le scale con una enorme e magnifica tela di ragno.

Una tela di ragno? Marras?

Esattamente. L’idea è quella di un grande, infinito telaio, i cui fili si distendono da un muro all’altro, ordinati da pettini e rocche di ceramica, e tessuti da mani bianche e nere che si materializzano da corpi invisibili (le dee e le regine di cui si parlava).

Ma quei fili serviranno per creare tessuto o per intonare delle musiche? Non c’è nulla di più vicino ad un’arpa o alla cassa armonica di un pianoforte di un telaio. E allora ecco la magia. Quelle mani che Marras sta istallando all’Istituto di Cultura di New York non solo tessono i nostri abiti e il nostro fato, ma la musica segreta che ci accompagna e ci ispira in ogni momento della nostra vita.

L’istallazione sarà completata e disvelata il 6 dicembre, quando ospiterà una performance diretta dal coreografo Marco Angelilli, su disegni dello stesso Marras, con Gabriel Da Costa e Francesco Napoli, e la voce del contralto Maurizio Rippa, prodotta da 369gradi all’interno del progetto AMINA>ANIMA (Soul) – a round-trip journey to discover and reveal the universal value of Sardinia through contemporary art and cultural exchange (PO FESR 2014-2020 Regione Autonoma della Sardegna).

Il tutto sarà visibile su youtube lunedì 6 dicembre alle ore 16 (di New York, ovvero le 10 di mattina in Italia) a questo link.

L’evento, curato da Valeria Orani, rientra nella XVII Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI (Associazione Musei d’Arte Contemporanea Italiani), con il patrocinio del Ministero della Cultura – Direzione Generale Creatività Contemporanea e della collaborazione del MAECI – Direzione Generale per la promozione del sistema Paese.


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GQ Italia - Joe Biden president, what Americans expect now

by Flavia Caroppo 

November 9, 2020

Exactly four years after Donald Trump's victory over Hillary Clinton, the story changes: the Biden-Harris era begins. With the promise of a more welcoming America and that it will return to give possibilities

For over 75 million people, the day Joe Biden became president of The United States was a four-year long-awaited moment. Exactly from the night of Tuesday, November 8, 2016, when Donald J. Trump defeated Hillary Clinton in the race for the White House, thus becoming the 45th president of the United States.

From Trump to Biden

That cold and wet night, to the tune of the Air Force One soundtrack (a 1997 film in which Harrison Ford is a heroic president of the United States), the newly elected Republican President took the stage set up in the Hilton Midtown hotel ballroom. and he promised the entire Trump family, its constituents, and the whole world: “I will be the president of all Americans. The forgotten of this country will no longer be forgotten ».

A few minutes earlier, three kilometers further west, on the big screens of the Javits Center, where the Democrats were headquartered (the same one that was used as a field hospital during the Covid-19 emergency), even the outgoing president Barack Obama was speaking to the thousands of New Yorkers who thronged the convention center and millions of other spectators. He too was making a promise, and he was asking his people for a commitment. That of continuing to give our best by working alongside our opponents to achieve, together, the good of all Americans. “It doesn't matter who wins or loses today,” Obama said on November 8, 2016. “What matters is that democracy and the common good win. It is the choices that each of us will make from now on, the ones that matter. One thing is certain: the sun always rises in the morning. And America will always be the largest country in the world ».

Thousands of people of all ages, races, creeds, nationalities, gender identities, who since yesterday have poured into the squares and streets of New York (and many other cities, in America and in the world) to replace the memory November 8, 2016 (and everything that followed) that of November 8, 2020, the Day One of the era Joe Biden / Kamala Harris.

We want "a great America, again, for everyone"

“We have kept faith with that democracy pact made with Barack Obama then, and with Joe and Kamala now. And I'm not just talking about the over 75 million voters, but those who have no voice because they didn't write “Americano” in their passport, despite having “AmeriHuman” encoded in their DNA ». Valeria Orani, Sardinian curator and producer, Roman by adoption and New Yorker for love (the one for Italian theater and culture), remembers the difficult choices she had to make in the last four years. The scenes of violence, racism, abuses, and injustices that she never wanted to be a spectator of. The doubts, the fear of not making it, the desire to go home.

“But it's the final result that matters. And the result is the hundreds of thousands of people who for over 24 hours have gathered peacefully in the streets and squares of New York (and many other American and world capitals), to celebrate the new president of the United States, Joe Biden and his deputy, Kamala Harris to renew faith in a better America, who shows the world that "doing the right thing" is possible, and is the only right thing to do to fight the most dangerous virus of all, that of 'intolerance".

With Valeria, under the statue of Garibaldi who watches over the thousand (almost 1500) gathered here in Washington Square park, there is also Tiziana Marcuccio, a Milanese communication professional, who in January 2017, in the first months of the Trump presidency made the big leap and moved to New York. «Today, finally, the emotional smog made of anger, fueled by a national policy of hatred and division based exclusively on the arrogance of the strongest and richest has dissipated. The political spring has blossomed, ”he says. “Now I expect an America that makes progress in protecting public health and the environment. May it once again become an example of welcome and possibility. Because this is what Joe and Kamala promised, that by working together we can do it. That armed with compassion and openness to the other we can make great not only America but the world, and give a better future to the whole of humanity ”.

Even Laura Campisi, a young and talented jazz singer from Palermo arrived in New York during the first term of Obama, spent in apnea these last four years. «I love this country, I love democracy and social justice. Discovering the existence of a racist, violent, fascist America was hard. I feared for the lives of minorities of all colors, for the survival of the civic sense of this great country, for national and personal security, of Joe, the American I love and who I married just a year ago, and of Eddy, our little dog. Today I am not afraid, I believe in America, in Joe Biden, in Kamala Harris, and in those who, like them, are committed to democracy. Together we can make America Great. Again. For everyone".